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Il "Griko": un'antica lingua che racchiude tradizione cultura e storia
Lambita da due mari, baciata dal sole, percorsa da venti a tratti lievi e a tratti impetuosi, la penisola salentina è custode, ancor oggi, di una lingua minoritaria di origini elleniche: il Griko. Parlato in undici comuni dell’entroterra, questo dialetto ha origini antichissime.
Il Griko risalirebbe, infatti, alla riconquista di buona parte dell’Italia Meridionale da parte di Basilio I, imperatore bizantino morto nell’886 d.C. Navi provenienti dall’Oriente e cariche di stoffe pregiate, spezie e vasi giunsero ad Otranto assieme a coloni, sacerdoti, mercanti e funzionari. Nei comuni che oggi appartengono alla Grecìa Salentina, si insediarono comunità di contadini e pastori che ripopolarono gli antichi villaggi messapici abbandonati in età romana. Qui la religione praticata fu quella greco-ortodossa e, dopo la riconquista normanna, la lingua greca si mescolò ad influenze leccesi e neolatine formando così quel particolare idioma chiamato Griko.
Oggi il Griko accomuna tutti i paesi che rientrano nell’area della Grecìa Salentina: Calimera, Carpignano Salentino, Castrignano de’ Greci, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Martano, Martignano, Melpignano, Sogliano Cavour, Soleto, Sternatia e Zollino. Qui la cultura grika è tutelata e diffusa non solo promuovendo festival come quello de La Notte della Taranta, ma anche attraverso corsi di lingua grika tenuti nelle scuole e promossi da comuni ed associazioni private.